Maggio 8, 2024

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Recensione: L'ultima volta che siamo stateti bambini

Recensione: L'ultima volta che siamo stateti bambini

– La prima esperienza registica dell'attore Claudio Bisio affronta il tema della Shoah in chiave tragicomica, ma le sue buone intenzioni non riescono a nascondere la sua inesperienza e l'avversione per la realtà.

Carlotta De Leonardis, Alessio Di Domenicantonio e Vincenzo Sebastiani L'ultima volta che ti divertirai con i bambini

Al suo debutto alla regia, L'ultima volta che ti divertirai con i bambini [+see also:
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che esce nelle sale italiane il 12 ottobre, per gentile concessione di Medusa Film Claudio Bisio Affronta il difficile tema della Shoah, rievocando uno degli eventi più tragici della Seconda Guerra Mondiale: il raid nel ghetto di Roma da parte delle SS, in collaborazione con il regime fascista della Repubblica Socialista Italiana, il 16 ottobre 1943. Ha ha scelto una chiave tragica – come si addice ai suoi ruoli di comico, comico televisivo, comico cinematografico e teatrale – nel suo adattamento di Fabio BartolomeiUn romanzo con lo stesso nome. Le somiglianze del film con il film premio Oscar di Roberto Benigni La vita è bellaTaika Waititi Coniglio Jojo [+see also:
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(Vince un Oscar per la migliore sceneggiatura non originale) e Radu Mihăileanu Il treno della vita Ovvio, ma il lavoro di Bisio non si avvicina a questi titoli per quanto riguarda il prodotto finale.

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Il film inizia nella capitale italiana occupata dai nazisti, che è sotto i bombardamenti alleati e la sua popolazione è divisa e affamata. Tre bambini che giocano insieme per strada: Cosimo (Alessio di Domenicantonio) Ha un padre che è stato arrestato per aver urlato “Mussolini è un sacco di merda” e vive con il nonno (Antonello Vasari). Italo (Vincenzo Sebastiani) ha un padre fascista (interpretato in tipico stile gerarchico dallo stesso Biscio) che appartiene al gabinetto di guerra e organizza un'incursione nel ghetto della città su ordine di un generale tedesco. Italo pronuncia slogan approvati dal regime e vive all'ombra del fratello, l'eroico miliziano Vittorio, ferito in battaglia (Federico Cesare). Senza rendersene conto, insultò il suo amico Ricardo (Lorenzo McGovern Zini), che proviene da una famiglia ebrea ed è costretto a portare la stella gialla. Insieme ai tre ragazzi c'è l'imprenditrice Vanda (Carlotta De Leonardis), che vive in un orfanotrofio dal quale scappa spesso a causa di un buco nel muro di cinta. Quando Ricardo scompare, costretto dai nazisti a salire su un treno, gli altri tre si mettono in viaggio con l'obiettivo di liberarlo, seguendo i binari del treno verso nord. Li seguono a loro volta Vittorio, zoppicante, e una sorella dell'orfanotrofio. (Marianna Fontana).

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Da questo punto in poi, la struttura del film imita quella del capolavoro di Rob Reiner del 1985. stammi vicino, basato sulla storia di Stephen King di un gruppo di adolescenti di diversa estrazione che si mettono in viaggio lungo i binari del treno nell'Oregon alla ricerca del corpo di un ragazzo e superano le prove “elementari” che simboleggiano il loro raggiungimento della maggiore età. La stessa cosa accade dentro L'ultima volta che ti divertirai con i bambini (Il titolo stesso fa riferimento alla fine dell'innocenza di fronte all'orrore), ma con un approccio leggero che scivola nella contraddizione. In stammi vicino, il corpo del ragazzino sconosciuto aleggiava come un fantasma sull'avventura di questi dodicenni, mentre qui Bisio sceglie di dimenticare ciò che ha perso, come se non riuscisse a ricordare veramente il genocidio represso. Il pubblico (che immaginiamo sarà composto da bambini dagli 8 ai 10 anni) viene deliziato da una serie di divertenti gag, recitate dal simpatico e spontaneo trio di nuovi attori, fino al tragico finale, che si trasforma in un frenetico scena che sembra un fulmine.

Immerso in una colonna sonora implacabile (per gentile concessione di Bivio e Aldo De Scalzi) Composto da marce fasciste e suoni klezmer, il film mostra partigiani senza nome che vengono assassinati e lasciati sui marciapiedi, fascisti di bell'aspetto che, pur non essendo burattini, sono stati ingannati dai malvagi nazisti. L'allusione della religiosa al silenzio della Chiesa di fronte a questo genocidio non è altro che un'allusione. Insomma, il regista adotta uno stile quanto meno scioccante possibile, tenendo la realtà fuori dal quadro. L'umorismo del film sembra distaccato dal soggetto, privo del feroce sarcasmo che ci fa ridere di Hitler Coniglio Jojo. In definitiva, le buone intenzioni del regista non possono mascherare la sua mancanza di esperienza registica.

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L'ultima volta che ti divertirai con i bambini Prodotto da Solea, Bartlebyfilm e Rosebud Entertainment Pictures con Medusa Film e Prime Video.

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(Tradotto dall'italiano)