Maggio 4, 2024

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Recensione del film: Le otto montagne

Recensione del film: Le otto montagne

Due ragazzi si incontrano in quella che diventa un'amicizia che dura tutta la vita un giorno d'estate in un piccolo villaggio di montagna nel nord-ovest dell'Italia. Pietro visita le Alpi da Torino mentre Bruno vive lì tutto l'anno, aiutando lo zio a gestire il caseificio mentre suo padre lavora all'estero. I ragazzi di undici anni vagano insieme, esplorando e godendosi la reciproca compagnia. Ritornano l'estate prossima, ma solo i genitori di Pietro fanno un'offerta maldestra per portare Bruno a Torino affinché possa ricevere un'istruzione adeguata. Pietro è combattuto. Dice loro: “È mio amico, non vostro amico”.

Non succede mai e i ragazzi si separano, ma Pietro è attratto dalla montagna da adulto. Suo padre, un ingegnere che li accompagnava nelle escursioni, morì, lasciando rovine fatiscenti su un imponente sito in alta montagna che domina una profonda valle. L'amicizia tra due uomini barbuti più anziani si rafforza quando seguono i desideri del padre di Pietro e costruiscono una semplice casa estiva con il lavoro di Bruno e con i materiali che Pietro porta con gli asini.

Questo lungo e bellissimo film su due uomini che trovano il loro posto nel mondo è opera dei marito e moglie belgi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, il cui film del 2012, Circuito chiuso interrotto, era la storia sconvolgente di un'intensa storia d'amore deragliata. Basato sul romanzo best-seller narrato da Pietro, questo adattamento lungo e talvolta tortuoso investe tempo nel godersi la bellezza delle montagne e la forza del legame tra Bruno e Pietro.

Gli uomini si sviluppano a un ritmo diverso. Bruno (Alessandro Borghi) abbraccia il sogno di diventare Montanaro, un casaro artigianale vecchio stile, e sua moglie Lara (Elisabetta Mazzolo) porta i prodotti al mercato. Di fronte alla loro vita piena di obiettivi, Pietro (Luca Marinelli) si sente alla deriva. Aveva la metà dell'età di suo padre quando morì, un uomo profondamente incompreso dal quale era estraneo al momento della sua morte, ma non aveva famiglia né lavoro. “Sono in parte uomo e in parte ragazzo”, ha detto a Bruno.

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È dimostrato che mentre Pietro era in viaggio all'estero, il padre di Bruno e Pietro si avvicinarono e facevano escursioni insieme sulle montagne e sul ghiacciaio dove Pietro aveva tanta paura da ragazzo. Pietro sapeva che suo padre ammirava la disinvoltura fisica di Bruno e doveva adattarsi alla consapevolezza che la loro relazione sarebbe fiorita senza di lui.

Quando Pietro trova casa su un'altra montagna lontana, sorge la domanda filosofica affrontata nel titolo: è meglio per un uomo ritrovare se stesso rimanendo a casa e imparando a conoscere una montagna, o dovrebbe andarsene e conoscere una montagna? Esplorare le otto montagne e mari?

Bruno e Pietro fanno le loro scelte e Pietro rispetta la certezza di Bruno mentre Bruno ammira l'avventuroso Pietro. Si conoscono come nessun altro e sono insieme sulla montagna a casa.

Il finale è particolarmente toccante. Vincitore del Premio della Giuria 2022 a Cannes, questo film insolito e ben recitato possiede una qualità meditativa rara nei film contemporanei.

Prosegue il Festival del Cinema Italiano a Palazzo Nova East End e Prospect Fino al 25 ottobre.

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