Giugno 17, 2024

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Meloni critica l’iniziativa cinese Belt and Road – EURACTIV.com

Meloni critica l’iniziativa cinese Belt and Road – EURACTIV.com

L’Italia dovrà decidere se rinnovare o meno la “Via della Seta” o la “Belt and Road Initiative” (BRI) entro la fine dell’anno, ma il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha rifiutato di dare un’indicazione definitiva se il suo governo lo farà. iscriviti alla linea tratteggiata.

La Meloni si è attenta a non rivelare se il suo governo rinnoverà o meno l’accordo con la Cina, con l’obiettivo di rafforzare i rapporti politici e commerciali, e che prevede decine di accordi tra istituzioni e aziende. E a pochi mesi dalla data di scadenza, ho chiarito che il commercio e l’amicizia con la Cina sarebbero continuati, qualunque cosa accada.

Non mi aspetto che le nostre relazioni con la Cina diventino più complicate. “Tra Roma e Pechino – ha spiegato Meloni – i rapporti sono antichi e ci sono grandi e reciproche agevolazioni, non solo in campo commerciale”. Sole 24 ore.

Anche la Meloni si trova in una posizione difficile poiché in precedenza si era opposta con veemenza alla firma dell’accordo, ma ora, come primo ministro, vorrà evitare un inutile deterioramento delle relazioni con Pechino.

Il primo ministro italiano ha affermato che, sebbene l’Italia sia l’unico Paese del G7 ad aver aderito alla Via della Seta, è anche vero che non è il G7 o il Paese europeo ad avere il maggior volume di scambi commerciali con la Cina.

Meloni chiarisce che «non esiste un rapporto diretto tra quella firma e i rapporti commerciali», sottolineando che in ogni caso il rinnovo dell’accordo sarà argomento di discussione in Parlamento, e quindi argomento di discussione tra tutte le forze politiche.

E aggiunge: «Dopo ne parleremo con calma e in amicizia con il governo cinese, e sono convinta che i nostri rapporti rimarranno forti».

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Il Protocollo d’intesa (MOU) è stato firmato nel 2019 durante il primo governo guidato da Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle) con Matteo Salvini della Lega (ID), attuale alleato di governo della Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Forza Italia/Partito popolare europeo). ). .

Salvini, Tajani e Meloni hanno costantemente messo in discussione l’accordo e criticato Conte e il Movimento 5 Stelle per aver scelto di firmarlo.

“Le nostre infrastrutture e la nostra produzione strategica non devono finire in mani straniere, soprattutto cinesi. Questo è il punto di partenza da cui ci muoviamo”, aveva detto ad aprile a EURACTIV l’eurodeputato Carlo Fidanza, capo della delegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles. .

L’UE ha descritto la Cina come un “concorrente sistemico” e lavora per relazioni non antagoniste anche nella competizione globale, aggiungendo che la selezione verrà effettuata tenendo presenti entrambe le condizioni.

Il ministro della Difesa Guido Croceto, uno dei cofondatori di Fratelli d’Italia, ha definito la decisione di aderire alla Belt and Road Initiative “improvvisata e oltraggiosa”, auspicando che il governo possa “fare marcia indietro” senza danneggiare le relazioni con Pechino.

Cancellare gli accordi con la Cina, infatti, potrebbe danneggiare le esportazioni italiane e rendere Roma invisibile al presidente cinese Xi Jinping, mentre rinnovarli sarebbe una mossa incoerente per gli elettori e scomoda per Washington, data la forte posizione atlantica della Meloni.

Tuttavia, non sono mancate le critiche ai buoni rapporti tra il primo ministro e il presidente americano Joe Biden, soprattutto dopo che una foto scattata durante il vertice del G7 a Hiroshima li mostrava mano nella mano.

“Potrebbero essere sorpresi da coloro che vedono la politica estera come uno strumento per rafforzare il proprio partito”, come i politici che “di fronte a problemi interni hanno cercato aiuto dai governi politicamente rilevanti”. Ma Meloni ha detto che gli Stati Uniti “sono sempre stati tra i nostri principali alleati, storicamente e indipendentemente dal cambio di governo”.

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(Federica Pascal | EURACTIV.it)

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