Maggio 1, 2024

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La produzione internazionale e la produzione sono in costante crescita in Italia, mentre il cinema italiano annaspa

La produzione internazionale e la produzione sono in costante crescita in Italia, mentre il cinema italiano annaspa

– Il sistema ha un disperato bisogno di riforme e di più giustizia, hanno concluso gli esperti leggendo un nuovo rapporto presentato al MIA

(Da sinistra) Pedro Armoseda, Lucia Borgonzoni, Nicola Borelli e Bruno Zampardino durante la sessione

Primo giorno a Roma MIA – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo (dal 9 al 13 ottobre) ha ospitato una tavola rotonda dal titolo “I numeri dell’industria cinematografica e audiovisiva italiana – 2022”, nel corso della quale sono stati pubblicati gli ultimi dati sulla produzione cinematografica e audiovisiva italiana – all’interno dell’omonimo rapporto realizzato dall’Agenzia Ente Nazionale per il Cinema e l’Audiovisivo d’Italia. Sezione audiovisiva – annotata e discussa.

Supervisionato da Pedro ArmocidaAlla cerimonia era presente il Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali Lucia BorgonzoniDirettore del Dipartimento Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura Nicola Borelli E la stessa sezione Bruno ZampardinoÈ Responsabile degli Affari dell’Unione Europea e Coordinatore Istituzionale di Italy for Films.

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«Il primo dato che salta all’occhio è il numero di film internazionali girati in Italia nel 2022, che supera il totale dei film girati qui tra il 2016 e il 2021, aumentati del 60% nel 2021», sottolinea Borgonzoni. Nonostante le criticità nascoste da questo dato, Borgonzoni ha sottolineato che questa crescita gioca un ruolo cruciale nel garantire occupazione nel settore e costituisce una “spinta per il turismo e la ripresa del Paese”. Un risultato un po’ più doloroso e ormai noto riguarda l’accoglienza dei film italiani nelle sale locali.

Borelli e Zampardino hanno poi presentato i dati contenuti nel rapporto, giunto alla dodicesima edizione. Nel 2022, 355 imprese hanno richiesto l’approvazione (rispetto a 313 nel 2021, 252 nel 2020 e 325 nel 2019). Ci sono altre 29 opere, che non sono state conteggiate nelle statistiche successive, e non hanno richiesto sostegno o riconoscimento da parte del Ministero.

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Tutte le tipologie di lavoro hanno visto una crescita della produzione, dai documentari ai film di finzione e dalle coproduzioni minoritarie alle coproduzioni paritarie e maggioritarie. Il costo totale dei film prodotti nel 2022 è stato pari a 581 milioni di euro, in significativo aumento rispetto ai 494 milioni di euro del 2021, ai 351 milioni di euro del 2020 e ai 457 milioni di euro del 2019. Borelli ha sottolineato che la Francia è il più importante partner di coproduzione dell’Italia ( con il record di 22 coproduzioni nel 2022), mentre uno “strano calo” si è osservato nel loro lavoro con la Germania (passando da 12 coproduzioni nel 2021 a una sola). l’anno scorso), “probabilmente a causa della riprogrammazione dei loro piani di incentivazione”. Ha poi evidenziato un aumento generale dei budget, rivelando che nessun film nel 2021 è costato più di 10 milioni di euro, mentre sei produzioni l’anno successivo hanno superato quella soglia.

Nel 2022, su 522 milioni di euro investiti nel finanziamento dei “Film di Iniziativa Italiana” (ovvero la maggioranza o il 100% dei film italiani), i contributi statali sono stati pari o superiori a 200 milioni di euro, di cui 176 sotto forma di del credito d’imposta e degli aiuti 24. Selettività. Crescita significativa si è registrata anche nella produzione di opere audiovisive per il web e per la televisione tra il 2021 e il 2022, con 58 opere prodotte per il web nel 2022 (35 l’anno precedente) e 172 opere per la televisione (125). Inoltre, il costo delle opere audiovisive “iniziativa italiana” è ammontato complessivamente a 729 milioni di euro, in aumento rispetto ai 543,8 milioni di euro dell’anno precedente. Tra i principali clienti figurano RAI (107), Sky (33), Netflix (14), Chili (13), Amazon (12) e RTI-Mediaset (7).

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Borelli ha poi fornito un’analisi molto chiara, frenando attentamente ogni entusiasmo: “Non occorre essere esperti statistici per guardare questi dati e rendersi conto che qualcosa non funziona. La quota di mercato dei film italiani sfiorava il 40% in termini di biglietti venduti: abbiamo avuto il 37″% per la precisione. Quest’anno saremo più vicini al 18%. Spero di sbagliarmi, ma credo che anche gli esercenti e le associazioni siano preoccupati per questo”.

“La realtà è che siamo tutti concentrati sulle proiezioni di film e sugli incentivi, ma gli spettatori sono cambiati e dobbiamo iniziare ad analizzare la domanda. [..] Questo approccio eccessivamente ombelicale sembra presupporre che gli spettatori debbano innanzitutto andare al cinema per realizzare i film. Questo non è il caso; Vanno se qualcosa gli interessa. Perché continuiamo a produrre commedie per gli over 60? [..] Lo dico a proposito delle opere destinate al pubblico delle sale cinematografiche, per non parlare delle opere prime e seconde, dei giovani autori e delle startup. complicato film…”

Borgonzoni è d’accordo: “Molte volte ci siamo seduti attorno a dei tavoli e abbiamo ascoltato persone che pensavano di aver fatto un film per il grande pubblico, ma il grande pubblico non lo capiva, a volte può essere così, ma certamente non sempre. “

Borelli ha poi riconosciuto la necessità di rivedere i sistemi di supporto: «Bisogna dare una mano anche in questa direzione, perché abbiamo contribuito a creare tutta questa confusione con un sistema focalizzato sulla produzione, tutto quello che viene dopo è secondario. .” In questo senso, i sistemi di sostegno dovrebbero semplicemente “facilitare” e “adattarsi agli obiettivi di ciascuna opera”, per evitare di confondere film pensati per il cinema e per il mercato con altre opere meno commerciali.

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Riguardo alla possibilità di cambiamento, ha insistito: “Non sono particolarmente pessimista, soprattutto perché le fazioni più caute all’interno del settore riconoscono la necessità di un cambiamento. Ma non è così per tutti; non sarà un viaggio vittorioso. Inoltre, vediamo esattamente cosa ci aspettiamo che accada quando aumentiamo tutte le aliquote del credito d’imposta: “Gli errori commessi dai produttori e dal settore in generale vengono pagati sul mercato quando qualcuno commette un errore. La nostra sfida è aiutarli a non commettere questi errori. Abbiamo tutti gli ingredienti giusti, ma finora non li abbiamo messi insieme in modo particolarmente efficace.

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(Tradotto dall’italiano)