venerdì, Dicembre 13, 2024

L’economia italiana si è contratta nell’ultimo trimestre, gettando un’ombra sulle prospettive

Scritto da Gavin Jones

ROMA (Reuters) – Il prodotto interno lordo dell’Italia è diminuito dello 0,4% nel secondo trimestre rispetto al primo trimestre e il settore manifatturiero si è contratto ad agosto per il quinto mese consecutivo, secondo i dati diffusi venerdì che gettano nuvole sulle prospettive economiche del Paese. .

A rilevarlo è l’istituto nazionale di statistica ISTAT, che indica una domanda interna debole, rispetto alla lettura iniziale di un calo dello 0,3%.

Su base annua il Pil è cresciuto dello 0,4%, anch’esso inferiore alla stima Istat pari allo 0,6%.

Nel frattempo, il PMI manifatturiero di agosto è stato pari a 45,4, in aumento rispetto a 44,5 di luglio, ma ancora ben al di sotto del livello 50 che separa la crescita dalla contrazione, aumentando il rischio di una continua debolezza dell’attività economica nel terzo trimestre.

Roma prevede ufficialmente una crescita dell’1,0% per l’intero anno 2023, in netto rallentamento rispetto al tasso in forte espansione del 3,7% nel 2022.

Fino a poche settimane fa, il governo del Primo Ministro Giorgia Meloni aveva definito prudenti le previsioni per il 2023, ma UniCredit ha affermato dopo i dati di venerdì che i rischi al ribasso rispetto alla sua stima, sempre all’1%, sono in aumento.

Il governo sta inoltre preparando un bilancio per il 2024 che dovrebbe confermare l’impegno dell’Italia a mantenere il deficit su una tendenza al ribasso, lasciando poco spazio agli stimoli.

Aggiornerà le sue stime di crescita e gli obiettivi fiscali entro il 27 settembre.

I ministri italiani hanno ripetutamente criticato la Banca Centrale Europea per aver alzato bruscamente i tassi di interesse, affermando che la sua politica minaccia di spingere l’Eurozona nella recessione.

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Il centro di ricerca italiano Prometea ha affermato che l’economia italiana sta attraversando una recessione, anche se non si aspetta una “recessione completa”.

Crollo cupo

La “crescita guadagnata” alla fine del secondo trimestre è stata dello 0,7%, il che significa che se il PIL fosse rimasto piatto su base trimestrale per il resto dell’anno, la crescita per l’intero anno sarebbe stata dello 0,7% rispetto al 2022, ha affermato l’ISTAT.

Dall’analisi delle componenti del PIL è emerso che gli investimenti e la spesa pubblica hanno subito una forte contrazione nel secondo trimestre rispetto al primo, mentre la spesa per consumi è rimasta stagnante.

Le importazioni e le esportazioni sono diminuite dello 0,4%, il che significa che i flussi commerciali non hanno contribuito in alcun modo alla crescita.

La brusca inversione di tendenza nel secondo trimestre è arrivata dopo un inizio d’anno forte per l’economia dell’Eurozona, il più lento dal lancio della moneta unica.

I guadagni del PIL nel primo trimestre non sono stati rivisti allo 0,6% t/te al 2,0% a/a.

(Segnalazione di Gavin Jones, Keith Weir e Giuseppe Fonte; Montaggio di Mike Harrison e John Stonestreet)

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