Scritto da Giuseppe Fonte
ROMA (Reuters) – L'Italia intende vendere una partecipazione fino al 13% nel gruppo di servizi postali Poste Italiane. Lo ha detto martedì al Parlamento il ministero dell'Industria italiano.
La vendita della quota fa parte dei piani del governo di raccogliere quasi 20 miliardi di euro (21,67 miliardi di dollari) attraverso la vendita di asset tra il 2024 e il 2026 per tenere sotto controllo il secondo debito più grande della zona euro in termini di percentuale del Pil.
In una risposta scritta a un'interrogazione parlamentare, di cui Reuters ha visto copia, il Ministero dell'Industria ha affermato che il Tesoro e l'istituto di credito statale Casa Depositi e Prestiti (CDP) intendono ridurre la loro partecipazione in Poste Italiano senza scendere sotto il 51%.
Il Ministero dell'Economia detiene una quota del 29,3% di Poste, che vale circa 4 miliardi di euro agli attuali prezzi di mercato, mentre CDP detiene un ulteriore 35%.
“La vendita non metterà a repentaglio la fornitura di servizi pubblici e garantirà il lavoro di tutti i lavoratori coinvolti”, ha aggiunto il ministero. Sia CDP che il Dipartimento del Tesoro hanno rifiutato di commentare.
Poste, che presenterà il suo nuovo piano industriale a marzo, è un conglomerato finanziario che si è espanso oltre le sue attività principali per includere pagamenti, servizi mobili e forniture energetiche, nonché prodotti assicurativi e di investimento.
Il premier Giorgia Meloni ha più volte affermato che Roma ridurrà le sue partecipazioni nelle società statali senza compromettere il controllo pubblico.
L’eccezione è Monte dei Paschi di Siena (MPS), che il Tesoro si era impegnato a restituire in mani private al momento del piano di salvataggio del 2017 concordato con le autorità dell’UE.
Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti hanno anche affermato che il governo intende vendere le partecipazioni nelle ferrovie statali Ferrovi dello Stato e nel colosso energetico Eni.
Tenendo conto dei proventi delle vendite di asset, si prevede che il debito italiano diminuirà di soli 0,6 punti percentuali tra il 2023 e il 2026, quando sarà fissato al 139,6% del Pil.
L’Italia deve mantenere un atteggiamento cauto nei confronti delle sue finanze pubbliche tese poiché l’Unione Europea intende adottare regole di bilancio più severe il prossimo anno, come parte di una revisione del Patto di stabilità e crescita vecchio di vent’anni.
($1 = 0,9228 euro)
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