Maggio 30, 2023

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Ciao, ciao, no! Il governo di destra italiano vuole vietare le parole inglesi con una multa di 100.000 euro

Un partito di destra guidato dal Primo Ministro italiano Georgia MeloneyLa nuova proposta di legge imporrebbe multe da € 5.000 a € 100.000 per l’uso dell’inglese e di altre parole straniere nelle comunicazioni ufficiali.

L’obiettivo della legge, che ha ricevuto una diffusa condanna nel Paese anche da rinomati studiosi di linguistica e linguistica italiana, l’Accademia della Crusca, è quello di “preservare e promuovere la lingua italiana” e preservare l’identità nazionale. La festa di Melonia.

Una nuova proposta, sostenuta dalla Meloni, è stata presentata da Fabio Rambelli, membro della Camera bassa dei doveri italiana. In un tweet postato sul suo profilo Twitter, il parlamentare fa un esempio della cosiddetta “anglomania”, che penalizzerebbe politici e funzionari italiani se la legge venisse approvata.

“Nella camera bassa dei rappresentanti si parla italiano”, Rambelli scrive. “Continuiamo la nostra lotta per usare la nostra lingua invece dell’inglese. Non riusciamo a capire perché chiamiamo un ‘dispenser’ un distributore automatico di disinfettante per le mani.

Invece di usare la parola inglese “dispenser”, il governo di Meloni ha fatto usare ai funzionari la frase italiana più prolissa: “Dispensatore di liquido igienisante per le mani”.

L’italiano – come altre lingue in Europa – ha adottato negli ultimi anni molte parole inglesi perché si tratta di parole che rimandano a cose ‘nuove’ che non appartengono alla tradizione italiana (computer, social media, smart working). La lingua inglese offre spesso una versione più concisa e scattante di parole che richiederebbero un modo indiretto per essere espresse in italiano.

In parte, questo è dovuto al fatto che molte persone usano la parola inglese anche dove una parola italiana andrebbe bene – ad esempio, è comune in Italia riferirsi a riunioni di lavoro come “briefing” o usare la parola “deadline” in un contesto professionale . – Aggiunge un tocco di autorità e internazionalismo.

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Secondo gli ultimi dati, la rispettata enciclopedia della lingua italiana Treccani contiene attualmente 9.000 parole inglesi e 800.000 parole italiane. Dal 2000 il numero di parole inglesi che si sono inserite nell’italiano è aumentato del 773 per cento.

L’adozione di parole inglesi in italiano è oggetto di un dibattito senza fine in Italia, dove le opinioni sono divise tra preservare l’integrità della lingua nazionale e accettare che le lingue vive siano fluide e in continua evoluzione.

La nuova proposta di legge della Meloni prende una posizione forte in questo dibattito, spingendo per un approccio conservatore con l’obiettivo di bandire virtualmente le parole inglesi dalla pubblica amministrazione, dalle scuole e dalle università. Secondo la nuova legge, “qualsiasi [university] Una classe che non mira all’insegnamento di una lingua straniera deve essere in italiano. I corsi in lingua straniera sono giustificati solo se rivolti a studenti stranieri.

Chi ricopre un incarico nella pubblica amministrazione deve avere “conoscenza scritta e orale e padronanza della lingua italiana”.

Secondo il disegno di legge, l’uso di parole inglesi “svilisce e degrada” la lingua italiana ed è anche peggio ora che il Regno Unito non fa più parte dell’UE. La legislazione proposta deve ancora passare attraverso il dibattito parlamentare.