Novembre 6, 2025

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Il governo Meloni non riesce a gestire il Recovery Plan nazionale – EURACTIV.com

Il governo Meloni non riesce a gestire il Recovery Plan nazionale – EURACTIV.com

L’attuazione del piano di ripresa nazionale è in ritardo poiché il governo del primo ministro Giorgia Meloni fatica a risolvere l’annoso problema della pubblica amministrazione che spende denaro da Bruxelles, ha dichiarato a EURACTIV Italia il deputato Piero De Luca (PD/S&D).

La Commissione ha recentemente rilevato un rallentamento nell’attuazione da parte dell’Italia del Piano nazionale di ripresa, ma ha espresso una valutazione complessivamente positiva e ha concesso al governo un mese in più per raggiungere gli obiettivi necessari per sbloccare la terza tranche di 19 miliardi di euro.

Le difficoltà incontrate dal governo sono evidenti. “La destra sta mostrando tutta la sua incapacità di gestire un’occasione storica, un’opportunità di crescita e sviluppo senza precedenti, ottenuta grazie all’impegno dei democratici e dei progressisti in particolare”, ha detto De Luca a EURACTIV Italia.

Il Piano Nazionale di Ripresa dell’Italia prevede 358 misure finanziate con 191,5 miliardi di euro della next generation Ue, oltre a 30,6 miliardi di euro del fondo integrativo prelevato dalle casse dello Stato.

“Le scelte tecniche fatte finora, come l’accentramento a Palazzo Chigi (sede del governo) non solo del coordinamento politico ma anche tecnico, operativo e amministrativo, sono sbagliate perché rischiano di creare un percorso come l’affondamento del piano una volta per tutte, “, ha sottolineato Di Luca.

Il ministro per gli Affari europei Raffaele Vito (Fdi/Ecr) ha detto chiaramente che “alcuni interventi” non potranno essere attuati entro il 30 giugno 2026 e ha chiesto “una valutazione aperta e attenta per capire come ripristinare le risorse”.

Poco dopo queste osservazioni, Riccardo Molinari, capogruppo della Lega (Id) alla camera bassa, ha suscitato polemiche dicendo: “Meglio non spendere soldi (del Prn) che spenderli male”.

Il leader leghista Matteo Salvini, esponente della coalizione di governo, ha chiarito di essere fiducioso che “l’Italia li spenderà bene” ma che sarebbe necessario “dirottare” parte dei soldi su altri progetti.

Alla luce di questa “confusione politica” – come la chiama De Luca – il Pd ha chiesto un processo di trasparenza e confronto in Parlamento sulle “vere intenzioni” del governo sul Programma Nazionale di Misurazione.

A questa richiesta, Vito ha risposto: “Non c’è alcuna difficoltà a farlo e, soprattutto, lo vediamo come un’ottima occasione di confronto per approfondire e chiarire l’essenza delle questioni”.

Dopo un recente incontro a Roma con il commissario Ue al Bilancio e all’amministrazione Johannes Hahn, Vito ha anche sottolineato la necessità che “l’Ue ricorra alla massima flessibilità nell’utilizzo delle risorse disponibili, alla luce del mutato contesto internazionale ed economico”.

Su indicazione della Commissione Europea, che ha segnalato l’inadeguatezza della pubblica amministrazione ad attuare il PNR, il governo italiano ha lavorato ad un decreto per il rafforzamento organizzativo della pubblica amministrazione e della capacità amministrativa degli enti locali attraverso nuove nomine.

Dopo diversi annunci, il governo ha varato una procedura che prevede nuove nomine nella pubblica amministrazione. “E’ un passo che va indubbiamente nella direzione che abbiamo indicato anche noi”, ha commentato Di Luca.

Il deputato ha aggiunto che “i divari strutturali dell’occupazione nella pubblica amministrazione nazionale e locale sono sotto gli occhi di tutti e creano difficoltà nella programmazione e nella spesa dei fondi del Programma nazionale dei passi”, sottolineando che il governo deve essere più coraggioso e intervenire , soprattutto nel sud Italia.

Per trasformare e innovare la nostra macchina amministrativa, ha detto, “è necessario un piano di lavoro di non meno di 300.000 unità nei prossimi anni solo nel Mezzogiorno”. “Il piano non è a disposizione di un solo esecutivo ma è patrimonio dell’intero Paese. Il che è fondamentale, soprattutto per il Mezzogiorno, dove è stanziato il 40% delle risorse (del PNR)”.

(Federica Pascal | EURACTIV.it)