Aprile 18, 2024

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La telemedicina fa il passo successivo in Italia dopo i progressi nella regolamentazione della pandemia

La telemedicina fa il passo successivo in Italia dopo i progressi nella regolamentazione della pandemia

La “relazione di cura” tra medico e paziente sarà trasformata dalla telemedicina

La crisi pandemica ha creato una situazione di profondo stress per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano e ha reso difficile per i medici soddisfare le esigenze di salute dei pazienti, portando molti medici ad adottare forme embrionali di telemedicina.

Come è evidente dal numero di atti legislativi pubblicati tra il 2020 e il 2022, il legislatore italiano ha rapidamente riconosciuto l’importante ruolo della sanità elettronica in risposta a questo sviluppo. L’ultimo decreto parte il 21 settembre 2022 quando il Ministero della Salute ha introdotto nuove linee guida per i servizi di telemedicina, che definiscono i requisiti tecnici che le regioni devono soddisfare per garantire la stessa qualità dei servizi di telemedicina nelle diverse regioni.

Il mandato fa parte della cosiddetta “Mission Six” del National Recovery and Resilience Plan (NRRP), che mira a ridurre le disparità regionali e stabilire un migliore coordinamento tra i servizi sanitari regionali. Più precisamente, il PNR stanzia 750 milioni di euro per i servizi di telemedicina.

Linee guida – Obiettivo e struttura

Lo scopo del mandato è quello di supportare le regioni nella realizzazione e nello sviluppo di servizi di telemedicina che garantiscano un servizio uniforme tra le diverse regioni della penisola. Il decreto si articola in tre sezioni fondamentali con ulteriori specificazioni: requisiti funzionali dei servizi di telemedicina che devono essere garantiti dalle regioni; requisiti tecnici che devono essere soddisfatti da ciascun sistema sanitario regionale; e le competenze e la formazione che sia i pazienti che i professionisti devono avere per utilizzare/fornire servizi.

Quali servizi sono “di base”?

La prima parte delle linee guida descrive quattro tipologie di servizi che le infrastrutture sanitarie regionali devono erogare: telecomunicazioni, telecomunicazioni, telemonitoraggio e telecomunicazioni.

  • UN Televisione Il medico comunica con il paziente a distanza. Tuttavia, le linee guida sottolineano che la televisita può essere utilizzata solo per le visite di follow-up.
  • UN Consultazione a distanza Un operatore sanitario interagisce con un altro per farsi un’opinione su un caso particolare, spesso sulla base della condivisione di dati clinici, referti medici, immagini e video.
  • Monitoraggio remoto Può essere diviso in due tipi. Il telemonitoraggio di base o di primo livello è un servizio finalizzato alla raccolta dei dati dai dispositivi medici dei malati cronici. Tutti questi dati sono memorizzati sul server regionale e sono molto utili per creare un percorso di assistenza medica personalizzato. Per raggiungere questo obiettivo, ai pazienti può essere chiesto di compilare dei questionari. Il telemonitoraggio avanzato o secondario è un servizio interamente dedicato ai pazienti con patologie avanzate che spesso hanno dispositivi medici impiantabili e necessitano di essere monitorati da personale altamente qualificato.
  • Teleresistenza È un ibrido tra televisione e monitoraggio remoto. In particolare, durante la teleassistenza, il medico interagisce con il paziente da remoto per condividere i dati medici e chiedere loro di compilare dei questionari.
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Tre microservizi

Ciascuno di questi servizi può essere suddiviso in tre diversi microservizi.

Primo, Specifica I servizi sono considerati specifici perché senza di essi non è possibile sviluppare la sanità elettronica, motivo per cui dovrebbero far parte di ogni piano regionale per lo sviluppo della telemedicina. sezione trasversale Poiché il loro ruolo è quello di integrare i servizi di telemedicina nella struttura legale, tecnica e organizzativa esistente di ciascun servizio sanitario regionale, i servizi sono considerati trasversali. Dovrebbero essere inclusi in ogni programma regionale di telemedicina. Opzionale Sebbene non rappresentino un prerequisito necessario per lo sviluppo dei servizi di base, i servizi sono considerati opzionali perché possono essere inclusi in un programma di telemedicina.

La separazione dei microservizi garantisce un certo grado di flessibilità per le regioni. Inoltre, per erogare servizi di e-Health, è necessario affidarsi a persone con competenze specifiche nel campo dell’informatica, per questo motivo le linee guida hanno introdotto l’obbligo per ogni organizzazione regionale di creare uno o più centri servizi per la manutenzione. Sui siti web, controlla che i dispositivi medici funzionino correttamente e fornisci assistenza generale ai pazienti. La parte medica sarà invece gestita da un apposito centro composto da medici e operatori sanitari.

Luci e ombre della telemedicina

Sebbene sia difficile immaginare il tentativo di un legislatore di trasformare il SSN ei sistemi sanitari senza l’uso della telemedicina, ci sono ancora alcune aree critiche per la piena attuazione della telemedicina. Ad esempio, il primo paragrafo di una delle linee guida intitolata “Popolazione” fissa alcuni prerequisiti che i pazienti devono possedere per ricevere i servizi di telemedicina, e questo può costituire un ostacolo per alcune categorie: in generale, gli anziani, i disabili o le persone a basso reddito. In secondo luogo, l’introduzione della telemedicina può creare nuove forme di responsabilità medica, che possono portare a maggiori controversie legali o creare rischi in termini di protezione dei dati.

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La parte finale delle linee guida propone alcune soluzioni a questi problemi (ad esempio, corsi di formazione per pazienti, accompagnatori, operatori sanitari e linee guida per la protezione dei dati); Ma, come sempre, tutto dipende da come vengono utilizzate queste linee guida. La telemedicina non sostituirà l’importantissima importanza della “relazione di cura” tra medico e paziente, ma la cambierà, sarà solo questione di tempo.