Aprile 20, 2024

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Il FinMin italiano stringe la morsa sulle nomine ai vertici delle aziende statali

Il FinMin italiano stringe la morsa sulle nomine ai vertici delle aziende statali
  • Il governo di destra è desideroso di mettere il proprio timbro su posizioni chiave
  • Il ministro dell’Economia gestisce le nomine per le società governative
  • La guida interna sottolinea il ruolo dei principali ministri assistenti

ROMA (Reuters) – Il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti sta lavorando a una direttiva interna che prevede che i passi principali per un imminente giro di nomine nelle grandi aziende a controllo statale debbano passare dal suo ufficio. Lo riferiscono fonti politiche.

La mossa sottolinea gli sforzi del governo di destra del primo ministro Giorgia Meloni per limitare il ruolo dei tecnici senior non eletti che esercitano il potere dietro le quinte.

Un certo numero di posizioni di alto livello saranno offerte nelle prossime settimane, compresi i posti nei consigli di amministrazione dei gruppi energetici controllati dallo stato ENI (ENI.MI) ed Enel (ENEI.MI)Banca MPS salvata (BMPS.MI) e Leonardo Gruppo Difesa (LDOF.MI).

La scelta dei capi e degli amministratori delegati delle aziende statali è una procedura complessa, in cui l’influente dipartimento del tesoro all’interno del ministero dell’economia ha tradizionalmente avuto voce in capitolo.

Una bozza di direttiva vista da Reuters ha dimostrato che Giorgetti, politico di carriera del partito al governo della Lega, vuole gestire la procedura di nomina con i suoi più stretti collaboratori.

In base alle nuove disposizioni, il Tesoro dovrà trasmettere a Giorgetti tramite il suo personale di linea l’elenco di tutte le posizioni scadute, pubblicandolo anche sul sito del ministero.

Inoltre, la direttiva sottolinea che il Dipartimento deve vagliare i potenziali candidati sulla base delle indicazioni ricevute dal Ministro.

Nell’ambito di una campagna per apporre il loro marchio su posizioni chiave nella burocrazia statale, Giorgetti e Meloni questo mese hanno estromesso il potente direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, insediando al suo posto il veterano economista Riccardo Barbieri.

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Giorgetti sta ora formulando un progetto per dividere la tesoreria in due unità e per creare un dipartimento per la gestione delle imprese statali.

Fonti separate affermano che l’ufficio di Meloni sta spingendo per la nomina del presidente di Alitalia Antonino Torricchi, ex funzionario del Tesoro storicamente vicino al blocco di destra italiano, a direttore generale del neonato dipartimento.

Tuttavia, il processo di nomina in Italia è tradizionalmente oggetto di intense deliberazioni politiche a causa della sua portata e importanza. Le conversazioni di solito vanno al filo e possono cambiare inaspettatamente.

L’anno scorso i rappresentanti del governo indicavano in Torrici il candidato preferito dalla Meloni per sostituire Rivera, prima che Barbieri fosse proposto dal ministro dell’Economia.

Giorgetti dovrebbe decidere entro la fine di febbraio se confermare o rimuovere alcuni funzionari chiave del Tesoro responsabili della gestione delle relazioni europee, della regolamentazione finanziaria e dell’intervento statale nell’economia, come le garanzie pubbliche sui prestiti bancari, tra gli altri.

A cura di Keith Ware

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