L’Italia è stata tra i primi grandi paesi produttori di vino a sostenere il valore del vino biologico. Ora, alcuni enologi italiani stanno facendo un passo avanti, promuovendo un nuovo standard: la vinificazione “sostenibile”, direzione Rapporti di citazione Xinhua.
Il vino biologico italiano segue una serie di regole che vietano l’uso di pesticidi ed erbicidi chimici durante il periodo di crescita dell’uva o l’uso di lieviti geneticamente modificati durante la fermentazione. Anche l’uso di solfati e altri additivi è limitato.
Il nuovo standard, fissato da un decreto ministeriale all’inizio di questo mese, aggiunge nuovi requisiti per la tutela dell’ambiente, dalla riduzione dell’uso dei trattori a benzina al minimo utilizzo di vetro e carta riciclati, anche negli imballaggi e nei materiali promozionali. L’obiettivo generale è produrre meno rifiuti in ogni fase del processo di produzione e distribuzione.
I produttori di vino che soddisfano lo standard giudicato da un’entità indipendente e autorizzata che sarà presto costituita potranno utilizzare un sigillo speciale sulle loro etichette.
Il decreto è stato redatto congiuntamente dal Ministero italiano dell’Ambiente e dal Ministero dell’Agricoltura con il contributo di enologi e associazioni ambientaliste.

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