Dicembre 2, 2023

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Agli scolari in Italia viene chiesto di portare la propria carta igienica « Euro Weekly News

Agli scolari in Italia viene chiesto di portare la propria carta igienica « Euro Weekly News

La mancanza di carta igienica nelle scuole italiane scatena proteste, petizioni e indignazione sui social.

La situazione evidenzia le carenze delle istituzioni educative del Paese, con una ragazza che lamenta l’invecchiamento delle scuole e la mancanza di sapone e carta igienica nei bagni.

Il riscaldamento è un lusso in molte scuole poiché i radiatori sono spesso spenti o rotti. Gli studenti di Ferrara hanno protestato durante l’inverno e 277 genitori di Ferrara hanno presentato una petizione al consiglio e l’hanno inviata agli amministratori scolastici locali con un semplice obiettivo.

La petizione sottolinea che la carta igienica non è sempre disponibile nei bagni di molte scuole. Viene invece consegnato dal personale scolastico “per lo più su fogli numerati”, creando difficoltà agli studenti. Delle 12 scuole campionate, 10 non avevano portarotolo nei bagni e la metà non aveva affatto accesso ai rotoli, hanno rivelato i promotori della petizione.

Nei bagni delle scuole di Volpiano, vicino Torino, si rischia di farsi fare. Non c’era carta igienica e, sebbene ce n’era, mancava il sapone. Potrebbe non esserci nulla che mantenga le mani asciutte pur avendo entrambi.

Alcuni genitori, dopo diciotto richieste di portare da casa “carta igienica, fazzoletti e sapone” si chiedono: “Ma la scuola non ha fondi pubblici? Perché dobbiamo sempre contribuire”? Quando si aggiunge l’anno scolastico, infatti , viene richiesto un contributo ‘volontario’, che diventa quasi ‘obbligatorio’ e viene chiesto ripetutamente alla famiglia se il pagamento non viene effettuato.

Succede ovunque, anche a Campobasso (città del sud Italia). Ormai da anni le famiglie si sostituiscono acquistando tutto il necessario per l’ambiente generale o attraverso le collette di classe.

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Alcune scuole acquistano la carta igienica, un’altra il sapone, un’altra l’acqua minerale. Il privato che paga qualcosa che dovrebbe uscire con soldi pubblici, il cittadino che preleva soldi dal proprio conto bancario per coprire le carenze di un sistema disfunzionale: l’eccezione, fino a poco tempo fa, è ormai diventata la norma.

Questa è la situazione Scuole italiane. Genitori e studenti concordano sul fatto che insegnanti e presidi lavorino duro, ma se un edificio pubblico così importante rischia di perdere alcuni servizi essenziali, forse è il caso di porsi alcune domande.

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